Sono una ragazza sveglia, ma ci sono tantissime cose che non capisco. Non sono mai riuscita ad applicare correttamente il teorema di Ruffini. Non mi spiego come i soffitti facciano a stare su. Non ho il senso dell’orientamento e non sono in grado di sopravvivere per più di venticinque secondi in un livello di Super Mario. Insomma, ho i miei problemi. E tra le innumerevoli faccende che sfuggono alla mia comprensione c’è anche Jeremy Scott. Non c’è niente da fare, amici. Io con Jeremy Scott ho delle difficoltà serissime. E, per la prima volta, mi sento veramente sola al mondo. Perché, là fuori, c’è un sacco di gente che non ha mai preso più di 3 in una verifica di fisica. Là fuori ci sono milioni di persone che, proprio come me, non sanno parcheggiare o non riescono a ricordarsi a memoria il numero di telefono della persona che hanno sposato. Ma nessuno, nell’universo, sembra pronto a disapprovare Jeremy Scott.
CHE FIGATA! LA FELPA CON SCRITTO *BARBIE*!
CHE TOP! MILEY CYRUS CON UNA TUTA DI LAMÈ E DEI COPRICAPEZZOLI GLITTERATI!
CHE STORIA! LO ZAINO CON TITTY-GANGSTA!
CHE SPETTACOLO! UNA COVER A FORMA DI ORSACCHIOTTO, GROSSA COME UNA PADELLA!
E io là, con un principio di cefalea.
Ora, non è che di Moschino mi faccia schifo proprio tutto-tutto. Per dire, mi piacciono le illusioni ottiche…
…e sono felice di constatare che, di tanto in tanto, anche Jeremy Scott si ricorda di riesumarle. E adoro persino le due-barra-tre borse di forme pazze che escono una volta a stagione. C’era la barchetta. C’era la teiera. C’era la clutch a forma di libro. Insomma, amore per quella roba.
Sono le capsule-collection tematiche che mi fanno uscire dai gangheri.
Le capsule-collection tematiche di Jeremy Scott sono il male.
Non riesco neanche ad argomentare bene questa mia avversione profonda per i felponi con Gatto Silvestro, le magliette piene di carta di caramelle, gli slogan scemi stampati da tutte le parti e le cover rosa a forma di specchio di Barbie Principessa. Sembra roba nata per me, ma mi indispettisce profondamente. È come quando incontro una persona nuova e non posso fare a meno di detestarla violentemente. Va bene, mi hai detto solo CIAO e mi hai pure offerto una birra, ma ti odierò comunque per sempre. Perché? Perché sì. Ehilà, sono la nuova collezione di Moschino coi rubinetti e gli zaini a forma di fustino del Dash! Non sono adorabile? Non sono forse un superbo trionfo del pop? Non mi trovi irresistibilmente rivoluzionaria e innovativa?
No.
Io a un fustino già un po’ ci somiglio. Figurati se me ne metto anche uno addosso.
Spiacente, palandrana-fustino (anzi, MINIDRESS), io ti disprezzerò. E non perché costi 297 euro. Quella è un’aggravante. Mi daresti sui nervi anche se ti vendessero a 19 euro. Vattene, dunque. Scompari!
E invece.
ODDIO, LA VITA! LA COVER-SPRUZZINO!
STUPENDO! Il TOP CHE SOMIGLIA ALLO STOP… MA CON LA SCRITTA *SHOP*! FAVOLA!
Gettatemi in un crepaccio irto di cactus.
Dibattendomi nell’incapacità di decifrare questi benedetti vestiti, accessori e obbrobri assortiti, ho cominciato a pensare che – forse – la gente ha ragione: Jeremy Scott è un genio. Jeremy Scott salverà la moda. Jeremy Scott è Dio.
Perché Jeremy Scott ci sta trollando, dai. Non c’è altra spiegazione.
Jeremy Scott sa benissimo che nessuna fashion blogger del mondo è al corrente dell’esistenza del Cif, del Viakal, del Dixan e dell’Anatra WC al profumo di limone. Non credo che Chiara Ferragni abbia mai preso in mano il Vetril, ma guarda quant’è felice. Guarda quanto è fiera della sua mastodontica e ingombrantissima cover da casalinga di Voghera.
Jeremy Scott, in due settimane, è riuscito a introdurre il Vetril nel FASHION SYSTEM. Già mi vedo gli editoriali: “Cleaning: il nuovo must della stagione!”, “Clean in style: 10 capi per sconfiggere anche il calcare più ostinato”, “Guanti: dalla gomma al neoprene-polka-dot, i migliori fashion-gloves dell’inverno”, “Pulizie: riscoprire l’arte del farle da sole”, “Fashion housewife: tre semplici mosse per abbinare il tuo outfit al detersivo”, “Jewelry, i nuovi materiali: trasforma il tuo Swiffer in una statement necklace”. A cominciare, ne sono certissima, sarà Anna Dello Russo. La prima donna capace di scorgere l’infinito potenziale modaiolo dei supermercati Carrefour.
Una foto pubblicata da Anna Dello Russo (@anna_dello_russo) in data:
Devo ammetterlo, Jeremy Scott: ormai ti ammiro un po’. Ma non mi avrai. Sceglierò, ancora una volta, di essere disperatamente OUT. E continuerò a dare 27 euro alla settimana a una brava persona che viene a casa mia il venerdì pomeriggio per pulire quello che non ho il tempo – o le capacità – di pulire da sola. Per tutto il resto, chiedete alla vostra fashion-blogger di fiducia. E ritempratevi con un montaggio quinquennale di sfilate di Valentino.